Economia circolare: il recupero degli imballaggi industriali

21 Marzo 2025

Plastica e industria: dal monouso al recupero

La plastica è uno dei materiali più diffusi e, al tempo stesso, una delle principali sfide ambientali della nostra epoca. Ogni anno, il settore industriale genera milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Gran parte di questi proviene dagli imballaggi.

Nel 2024, nonostante una crescente consapevolezza, la produzione di plastica vergine resta predominante. Il tasso di riciclo, invece, fatica a crescere. In Europa, gli imballaggi rappresentano circa il 40% della plastica prodotta, ma solo una parte viene effettivamente recuperata​.

Oggi il modello economico lineare, basato su produzione, utilizzo e smaltimento, non è più sostenibile. L’industria deve evolversi verso un sistema circolare, in cui gli imballaggi non diventano rifiuti, ma risorse da recuperare e rigenerare. Questo approccio riduce sprechi, emissioni e consumo di materie prime.

Imballaggi industriali: un futuro circolare entro il 2030

L’Unione Europea ha tracciato un percorso chiaro: entro il 2030, tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili o riutilizzabili in modo economicamente sostenibile. Per le aziende, questo significa ripensare la gestione degli imballaggi, limitando l’uso di plastica vergine e affidandosi a soluzioni di recupero certificate.

I dati dimostrano che il riutilizzo degli imballaggi industriali è una leva strategica per abbattere l’impatto ambientale. Uno studio della Federazione Italiana Rigeneratori Imballaggi (FIRI) ha dimostrato che riutilizzare un fusto per tre cicli di vita consente di ridurre fino al 51% le emissioni di gas serra rispetto alla produzione di nuovi imballaggi. Inoltre, questo processo garantisce un risparmio energetico del 53% rispetto alla fabbricazione di un fusto ex novo.

Ma il recupero non è solo una scelta sostenibile. Ottimizzare la gestione degli imballaggi industriali significa anche migliorare l’efficienza aziendale e rispondere alle richieste di trasparenza da parte di investitori, clienti e stakeholder.

Dalla rigenerazione al riutilizzo: il ciclo di vita degli imballaggi

Il recupero avviene attraverso una serie di operazioni specializzate, tra cui lavaggio, bonifica e controlli di qualità, per garantire che il contenitore mantenga le sue proprietà tecniche e di sicurezza. Indipendentemente dal prodotto precedentemente contenuto, questi imballaggi possono essere reintrodotti nel mercato con standard di qualità elevati.

Maggiore è il numero di cicli di rigenerazione, minore è l’impatto ambientale derivante dallo smaltimento. Per questo motivo, ottimizzare i processi di recupero è essenziale per limitare il monouso e promuovere il riutilizzo.

Plastica Seconda Vita: valorizzare gli scarti per ridurre le emissioni

Un esempio concreto è rappresentato dagli impianti che operano secondo la certificazione Plastica Seconda Vita, come quelli di Repack. Questi impianti estraggono HDPE riciclato dai rifiuti plastici industriali per produrre nuovi fusti realizzati al 100% con plastica riciclata.

Questo processo permette ai produttori di rifiuti plastici industriali di riutilizzare i propri scarti per creare nuovi contenitori rigenerati, riducendo la dipendenza dalla plastica vergine, abbattendo le emissioni di CO₂ e limitando il consumo energetico legato alla produzione di nuovi materiali.

L’impiego di plastica riciclata non solo diminuisce l’impatto ambientale, ma rappresenta anche un vantaggio strategico per le aziende, che possono migliorare i propri bilanci di sostenibilità e conformarsi agli standard europei sulla gestione responsabile degli imballaggi.

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